Una sola voce non porta a termine nulla e nulla decide. Due voci sono il minimum della vita, il minimum dell’essere”
Michail Bachtin (1963)
Tutte le persone nell’arco della vita sperimentano momenti di crisi, situazioni problematiche, vissuti di disagio.
Alcuni vivono la sensazione, paralizzante, di non poterne uscire, di non sapere come fare e che il tempo non serva ad alleviare tale sofferenza.
Chi prova a fare qualcosa, solitamente, mette in moto piani d’azione ed investe risorse funzionali al benessere e all’adattamento, che spesso però portano ad alimentare e amplificare i problemi, a renderli immodificabili piuttosto che contribuire a scioglierli.
Le forme del malessere più comuni sono:
- ansia- attacchi di panico
- esperienze depressive
- disturbi psicosomatici
- ossessioni e compulsioni
- crisi d’identità
- isolamento sociale
- comportamenti disfunzionali…
Lo psicologo può fornire un'aiuto in questi momenti ed è fondamentale quando il disagio diventa invalidante, durevole e condiziona in negativo la quotidianità della persona.
Grazie alla relazione terapeutica, ai colloqui regolari ed, in generale, alla costruzione di un percorso condiviso centrato sul problema percepito e sulle soluzioni tentate, si può generare il cambiamento verso uno stato di maggior benessere ed appagamento.
Il terapeuta, inoltre, può contribuire a migliorare la qualità della vita in ambito relazionale e sociale anche per coloro che non vivono esperienze di particolare ed intenso malessere. L’attività di coaching ed orientamento ha proprio la funzione di affiancamento nelle fasi cruciali dell’esistenza, quando si è chiamati a compiere scelte delicate, che possono modificare, anche profondamente, il proprio futuro.
È l’interazione tra due o più persone che, partendo dal sistema di credenze e valori, il linguaggio e le rappresentazioni del cliente, promuove il cambiamento, ovvero la risoluzione dei problemi ed il superamento del malessere.
Questo metodo non è normativo, non prescrive un comportamento adeguato, non giudica, ma analizza le ragioni personali alla base della condotta o stato mentale riferito, pur nella sua apparente stranezza o devianza. L’obiettivo della terapia consiste nel creare con la persona una teoria alternativa di Sé in grado di spiegare la storia passata, di comprendere le esperienze attuali e di progettare il futuro, ricorrendo a nuove abilità e competenze acquisite sul piano comportamentale e cognitivo. Alla base di questo approccio c’è la stima e la fiducia reciproca, l’accettazione della persona e delle sue narrazioni.
In sintesi, la psicoterapia interattivo-cognitiva è un incontro in grado di ridisegnare di volta in volta, per ogni utente, un percorso sempre nuovo ed originale. Si articola, in modo flessibile, nelle seguenti fasi:
- la valutazione psicologica;
- la contestualizzazione dei comportamenti disfunzionali;
- la definizione delle strategia terapeutiche;
- la conclusione e la verifica dei risultati.
L’utilizzo di tecniche proprie dell’ approccio di terapia breve strategica permette di generare il cambiamento nell’arco di una serie contenuta di incontri.
La persona che decide di rivolgersi ad uno psicologo spesso si è già formata un’idea della propria condizione e di che cosa necessita, ma non riesce a generare il cambiamento da sola. Altre volte essa non ha una rappresentazione precisa della situazione e chiede solo di essere aiutata per una sofferenza personale oppure per qualcuno che gli è vicino.
Il primo incontro si svolge in un clima sereno di accettazione, ha lo scopo di conoscersi ed iniziare a fare delle ipotesi di percorsi possibili. La psicoterapia è solo una delle proposte di intervento possibili.
In ogni caso il primo colloquio è sempre gratuito.